Da uno studio condotto presso l'Oklahoma medical research foundation (Omrf) di Oklahoma City (USA), e pubblicato su Nature Medicine, è emersa la scoperta di un anticorpo dalle proprietà "cicatrizzanti" in grado di fermare le emorragie interne. Si è infatti visto che la fuoriuscita di sangue in seguito ad una lesione sembrerebbe essere strettamente legata con le proteine istoniche associate al DNA nel nucleo cellulare. Questi istoni sono delle proteine basiche che presentano elevate quantità di aminoacidi basici come Lisina (Lys) o Arginina (Arg). La carica fortemente positiva le rende capaci di legarsi fortemente al DNA e di neutralizzare la sua carica negativa. Vi sono cinque tipi di Istoni: H1, H2A, H2B, H3, H4. Il DNA si avvolge attorno ad una struttura proteica della Nucleosoma, costituito da un ottamero di proteine, dove il DNA compie un giro e tre quarti. L'ottamero è costituito da due copie di ciascun istone H2A, H2B, H3, H4 e costituisce il "core" dell'unità di impacchettamento più elementare del DNA. Il doppio giro di DNA è poi "sigillato" dall'istone H1.
I ricercatori, hanno notato che gli animali affetti da setticemia (Affezione caratterizzata da concentrazioni sempre più elevate di batteri nella circolazione sanguigna e dovuta all'infezione di tessuti e organi) presentano un elevato tasso di proteine istoniche in circolo, presumibilmente legato al fatto che un danno a livello cellulare potrebbe provocarne la fuoriuscita, seguita poi da danni a livello dei vasi sanguigni. Quello che i ricercatori si sono posti di fare, come suggerisce il cordinatore della ricerca, dottor Charles Esmon dell'Omrf, è di fermare la loro tendenza distruttiva. Tale compito ricade su anticorpi monoclonali, che rappresentano un clone cellullare, e quindi un insieme di anticorpi identici prodotti da linee cellulari provenienti da un solo tipo di cellula immunitaria. In pazienti affetti da malattie auto-immuni si può infatti notare la presenza di anticorpi contro proteine nucleari delle loro stesse cellule. Ad oggi le ricerche sono rivolte su animali, ma sembrerebbero essere promettenti anche sull'uomo, dato che gli istoni sono simili a quelli di altri mammiferi, e come osserva il dottor Stephen Prescott, questa scoperta ci aiuta a capire come mai alcune persone che hanno subito una ferita o un trauma grave spesso vanno incontro a una catastrofica serie di eventi traumatici. Risalendo quindi alla ferita primaria, si potrebbero evitare gli effetti secondari a cascata.
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