domenica 23 gennaio 2011

QUANTO E' VECCHIO IL TUO CANCRO?


Titola in questo modo un articolo uscito su Scientific American (How Old is your cancer?).
Un paziente che riceve una diagnosi di cancro al pancreas ha solo un 5% di probabilità di sopravvivere per cinque anni, una prognosi straziante che gli scienziati hanno a lungo faticato a capire.
Scienziati della Johns Hopkins University hanno sequenziato il genoma di sette persone che erano morte per cancro al pancreas in fase ritardata. Le cellule tumorali sono cellule che hanno accumulato molteplici mutazioni, in particolar modo a danno di specifici geni che codificano per proteine di fondamentale importanza nel controllo del corretto ciclo cellulare. Attraverso l'analisi delle cellule tumorali di tali pazienti gli scienziati sono riusciti letteralmente a risalire indietro nel tempo, attraverso modelli matematici e a ricostruire una sorta di albero genealogico delle mutazioni che tali cellule avevano subito.
 I modelli ottenuti hanno suggerito che le cellule tumorali appaiono 10 anni dopo la prima mutazione che da inizio ad un potenziale accumularsi di mutazioni che possono causare il cancro, e che si pone un altro passano cinque anni prima che le cellule tumorali diffuse e diventino mortali. I risultati domanda "la credenza diffusa che il cancro del pancreas è aggressivo e cresce così in fretta che lo screening non può essere utilizzato efficacemente ", spiega il coautore dello studio e la Johns Hopkins patologo e oncologo Christine A. Iacobuzio-Donahue.

Nel febbraio 2010 alcuni ricercatori dell'Università della California di Los Angeles, rispetto RNA trovato nella saliva di 60 pazienti a cui era stato diagnosticato un tumore pancreatico curabile con la saliva di 30 individui privi di tumore e hanno identificato quattro RNA che insieme potrebbero identificare correttamente il 90 per cento dei tumor. E nel marzo 2009 la pubblicazione di ricercatori della Northwestern University che hanno sviluppato una tecnologia ottica in grado di riconoscere varie fasi del tumore pancreatico con il 95 per cento di sensibilità. Cioè di riconoscere (almeno da come ho capito, qualcuno mi corregga se sbaglio) le varie fasi di trasformazione che le cellule subiscono man mano che accumulano le mutazioni che causano la formazione del tumore. La tecnica utilizza la dispersione della luce per rilevare i cambiamenti nelle cellule del duodeno.

Ovviamente queste tecnologie non sono ancora disponibili in commercio, ma la diagnosi precoce mediante test ottici insieme alle analisi del sangue o della saliva dovrebbe permettere in futuro di diagnosticare la malattia con largo anticipo.

fonti: scientific american

Nessun commento:

Posta un commento